Un crocifisso realizzato da carte da gioco sequestrate
Il gioco delle carte, si sa, ha sempre acceso gli animi, ma oggi racconteremo di un uso davvero curioso e inaspettato delle carte!
La vicenda risale al periodo in cui il Giambologna era impegnato nella costruzione della Fontana del Nettuno. In quegli anni un altro artista di levatura inferiore, tale Zamaretta, riprendeva un disegno del maestro per creare un’opera alquanto insolita, se non originale nella forma di sicuro lo fu per il materiale utilizzato.
Nella basilica di Santa Maria dei Servi, sulla Strada Maggiore a Bologna, c’è infatti un crocifisso, venerato sin dal 1643, che solo all’apparenza sembra di legno. Lo Zamaretta lo creò in cartapesta, ma non una semplice cartapesta: quella usata l’aveva ricavata dalla macerazione di carte da gioco sequestrate! Dopo averla resa malleabile, la modellò nella forma voluta e la ricoprì con uno strato di gesso che poi dipinse come era d’uso in quel periodo a Bologna.
Nel periodo fra il Cinquecento e il Seicento il gioco delle carte era molto diffuso in città tanto da essere considerato uno dei principali motivi di rovina e di crimine. Le truffe e i bari erano così tanto numerosi che il podestà si trovò costretto ad avviare un piano di moralizzazione. Il piano prevedeva che i cittadini bruciassero o consegnassero spontaneamente le carte da gioco pena il loro sequestro e il pagamento di una multa. Le carte sequestrate dal Bargello (il capitano militare incaricato di mantenere l’ordine durante i periodi di rivolta) venivano poi consegnate al vescovo. Quale modo migliore di convertire questi peccati se non trasformandoli in oggetti di venerazione e preghiera, pensò bene il vescovo!
Ed ecco quindi che nella diciottesima cappella della Basilica di Santa Maria dei Servi è possibile osservare questa originale e curiosissima opera d’arte.