Storia di un funambolo gentiluomo
Il Figlio del Cielo o il Sovrano dell’Aria sono solo due dei soprannomi attribuiti allo spettacolare Arthur Strohschneider, l’uomo che camminava sul cielo di Faenza.
A nove anni il padre lo mise sul filo a da allora questo funambolo di origine triestina si può dire che non ne scese più.
Una volta un giornalista calcolò che Strohschneider passava solo tre mesi l’anno con i piedi per terra come lui stesso confermò : “Tre mesi dell’anno solamente il passo sulla terra e vivo nella mia villa di Leitmeritz in Boemia dove me la passo tra la pesca e la caccia compiendo ancora qualche affaruccio commerciando in ciprini pesci dorati”.
Per un breve periodo provò anche l’arte della mongolfiera e non senza danni. Sembra che in un incidente per via di malfunzionamento del pallone si ruppe l’osso occipitale! Tuttavia la vita da funambolo era molto più emozionante pur anch’essa non priva di pericolosità. Il braccio sinistro subì ben 11 fratture tanto da far risultare l’articolazione con la mano molto difficoltosa.
Memorabili furono le sue esibizioni in Piazza Aldrovandi a Bologna nel 1910 e quella in Piazza Grande a Modena nello stesso anno. Di quest’ultima ancora si ricorda : “Figlio dell’aria, libero da vertigini si cimenta ogni sera e va su e giù, accompagnato da una marcetta suonata da una orchestrina, lungo il filo di steso dal tetto del Duomo a quello del Comune: ottanta metri, a trenta di altezza. La gente si accalca ovunque. Arturo, in verità, è un bel marpione: da un suo cenno, silenzio assoluto (e sono migliaia, gli spettatori): da lassù, conversa, scherza, finge di cadere, fa stare tutti col fiato sospeso quando si sorregge su un sol piede, esegue pantomime e volteggi. Si traveste anche”.
E ancora : “Sul filo egli cammina , corre, si sdraia, si ubriaca, tira al bersaglio, fa giuochi pirotecnici, fa volate in bicicletta, si spoglia, fa capriole, fa denari per se e per gli istituti di beneficienza”.
Molti dei guadagni infattiStrohschneider era solito devolverli in beneficienza come ad esempio alla Croce Verde.
A Faenza presentò il suo spettacolo per la prima volta il 9 Marzo 1912. Tese il cavo di rame lungo 38 metri da un loggiato all’altro della piazza ad un altezza di 18 metri e sbalordì tutti. Prima si finse ubriaco, poi approntò un tavolo e una sedia sulla fune e si mise a mangiare chiacchierando con il pubblico, dopo si fece bendare e camminò sulla fune con i piedi chiusi in un sacco
Faenza ospitò i suoi spettacoli diverse volte. In un occasione Strohschneider portò sul filo con sé anche Pipiné, il giovane strillone di Faenza, come testimonia una meravigliosa fotografia presente nell’Archivio della Fototeca Manfrediana.
E in Piazza del Popolo tutti erano lì, con il naso in su e il fiato sospeso incantati dalla magia di questo figlio dell’aria che passeggiava a venti metri di altezza sulle loro teste nel cielo di Faenza!!