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L’amore di Lord George Byron a Ravenna

Storie d’amore e di politica del romantico poeta inglese a Ravenna.

Ravenna è anche una città letteraria e non solo perché vi sono sepolte le ossa di Dante Alighieri. Fra i grandi della letteratura inglese il più eccentrico e passionale fu di certo il poeta Lord George Byron ed è di lui che racconteremo oggi, degli anni che visse a Ravenna e dei suoi amori.

Nella sua avventurosa vita soggiornò spesso in Italia, la prima volta nel 1816, ma fu solo tre anni più tardi che conobbe una delle poche donne che rubarono davvero il suo cuore: Teresa Gamba Guiccioli. Teresa era una splendida donna di Ravenna, ahimè già sposata ad un uomo di oltre quaranta anni più vecchio, Alessandro Guiccioli.

Lord Byron e Teresa si conobbero a Venezia nel salotto della comune amica la Contessa Benzoni e sembra che fu amore a prima vista. Il matrimonio di lei non impedì alla passione di divampare tanto che solo qualche mese dopo l’incontro, Byron si recò per la prima volta a Ravenna ( era il 9 Giugno 1819) per poterle restare vicino. Prese alloggio all’Albergo Imperiale, Casa Rizzetti che oggi non esiste più rimpiazzata dalla Biblioteca Oriani, proprio nel centro della città, vicino a Piazza S. Francesco e alla Tomba di Dante, dove di solito passando il poeta si soffermava per lasciarsi ispirare.

“Io passo ogni giorno dove giacciono le ossa di Dante: una

piccola cupola più forbuta che solenne protegge le sue ceneri,

ma è la tomba del bardo, non la colonna del guerriero che quivi
è venerata: tempo verrà in cui, subendo entrambe la stessa

sorte, il trofeo del conquistatore e il volume del poeta
scompariranno nella notte che copre i canti e le guerre anteriori alla

morte del Pelide e alla nascita di Omero.”

Lord Byron divenne presto l’amante ufficiale di Teresa tanto che Alessandro Guiccioli gli permise di affittare l’appartamento al primo piano del loro stesso palazzo in Via Conte di Cavour 54.

L’unione fisica e spirituale con Teresa era così forte che i due anni trascorsi a Ravenna furono fra i più felici della vita del poeta. Qui compose quattro grandi opere: Caino, Sardanapalo, i due Foscari e Marin Faliero, e scrisse alcuni brani del Don Giovanni e del Lamento del Tasso.

I luoghi in cui amava recarsi, come la Pineta di Classe e quella di San Vitale in cui era solito cavalcare, gli ispirarono molte poesie:

“… Dolce ora del crepuscolo!…nella solitudine della Pineta…

sulle rive silenziose cui circoscrive l’immemorabile foresta di

Ravenna che copre quel suolo dove un tempo ruggirono le

onde dell’Adriatico, fino ai luoghi in cui sorgeva l’ultima

fortezza dei Cesari; foresta sempre verde che rendono sacre per

me le pagine di Boccaccio e i canti di Dryden, oh! quanto io

ho amato l’ora del crepuscolo e te!”

Ma non era solo i luoghi ameni a catturare l’anima del poeta che amava molto mettersi in mostra durante le occasioni mondane come avvenne in un ricevimento che passò alla storia tenutosi a Palazzo Cavalli dove Byron accompagnò la bella Teresa non senza un seguito di sette maggiordomi, nove cavalli, due gatti, un cane, un’oca e ben tre pavoni

E fu sempre a Ravenna che Lord George Byron, grazie a Pietro Gamba, fratello di Teresa,  si avvicinò alla Carboneria di cui prestissimo sposò la causa, ospitando fuggiaschi e occultando armi.

Ma fu proprio questo suo coinvolgimento a costringere il poeta a abbandonare la città nel 1821. Alessandro Guiccioli, venuto a conoscenza dei traffici che Byron svolgeva, non volle coprirlo per paura di venire implicato e denunciò il poeta che dovette così lasciare repentinamente la città e Teresa per raggiungere prima Pisa e poi Livorno. I due non si rividero mai più e nel 1823  Lord Byron lasciò anche l’Italia per andare a combattere la Guerra d’Indipendenza in Grecia dove perse la vita spegnendosi a soli 36 anni.

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